29 December
The hardest part (L’elefante e la cristalleria)
In questo momento mi viene da ridere.
Mi viene da ridere se penso al tour-de-force che ho dovuto passare in questi giorni di parente in parente per i saluti "obbligatori" che un disadattato extracomunitario come me deve fare per avere il nulla osta almeno dal primo circolo di parentela, sacrificando il dovuto riposo e relax in cambio di baci di Giuda e fette di torta all’arsenico.
Mi viene da ridere perchè a sentirli oggi quello che ho fatto io negli ultimi mesi è grosso, è importante, è una cosa degna di ammirazione, che richiede coraggio e sacrificio, quando prima di partire ero la pecora nera che piantava casa e lavoro per lanciarsi nel nero cosmo siderale senza fine, ero quello da additare e criticare senza troppi complimenti. Per questo scrivo di baci di Giuda e torte all’arsenico, per incostanza delle masse, e più ci penso e più mi viene da ridere.
Mi viene da ridere perchè gli ingenui parenti non sanno, non capiscono, loro parlano, si consultano, confabulano, borbottano come caffettiere dimenticate sul gas, sentenziano quello che per loro è il mio bene, ma in realtà non capiscono il movimento di un singolo neurone che gira nel mio cervello, nel cervello di un disadattato, non capiscono che un mese di vita a Londra per me è più facile di un giorno in Italia, di quanto sopporti con gioia lo sguardo di mille impiegati che corrono al lavoro ma non quello di un singolo pensionato bigotto che ama giudicare dall’alto della sua panchina del parco, di quanto ami il sorriso della fiorista che mi comunica che consegnerà i miei fiori sulla tomba di mia nonna come da me richiesto, ma non quello dei parenti serpenti che dopo telefonate e sussurri sotto i caschi della parrucchiera locale verranno inevitabilmente a sapere che quei fiori sono miei e giudicheranno della mia spesa che, manco a farlo apposta, sarà troppo misera o troppo esagerata.
La gente non capisce, anzi, la gente non capisce niente, e dall’altro della sua immensa noia, giudica e giudicherà per sempre, finche la morte non giungerà a dargli qualcos’altro di cui occuparsi, il nero cosmo siderale nel quale non ci si può rifiutare di lanciarsi, con tutte le cose che restano in sospeso ed incompiute.
In realtà, quello che dovrebbero capire, è che per un disadattato la parte difficile è proprio ignorare le cose che tutti loro riescono ad ignorare con una naturalezza talmente spontanea da sembrare irreale, le cose importanti che invece scartano per cose infinitamente più futili, come un cieco si preoccuperebbe di giudicare l’abbigliamento della propria badante senza prima curarsi di come lei veste lui stesso.
Smettere di ignorare queste cose e guardarle in faccia, questa è la parte più difficile, trovare la forza per prendere l’elefante e portarlo fuori dalla cristalleria dove stava dormendo, invece di edificarci intorno incuranti di tutto .. ma la gente non capisce, non si interessa, si preoccupa solo delle cose che vuole vedere, finge di non sentire i cristalli che tintinanno ad ogni suo russo, e poi si piange addosso se ne deve pagare le conseguenze, la colpa tanto è dell’elefante.
Invece io, costretto ad osservare la mia ex-realtà quotidiana con gli occhi di uno che è solo di passaggio, ho sentito il bisogno di chiudere le cose che avevo in sospeso, ed è incredibile realizzare quanta forza richieda guardare in faccia una persona e dire cose che si sarebbero dovute dire anni prima, concludere cose aperte e lasciate lì a sonnecchiare proprio come l’elefante nella cristalleria, sperando che le discussioni aperte e mai concluse si chiudano da sole, che la gente dimentichi e che le ferite si leniscano gradualmente, che gli scheletri si consumino placidamente nei loro comodi armadi. Capisco che è questa la parte più difficile quando si vive costantemente nella stessa realtà, ci si rifiuta di mettersi in gioco per la paura di perdere tutto, si sceglie di ignorare il rimorso che corrode lentamente la nostra serenità, si riesce addirittura ad essere annoiati dagli scheletri negli armadi che vediamo ogni giorno … e poi ci facciamo fermare dei giudizi della gente che nella nostra vita non conta poi molto.
Ora di questo 2006 ho proprio spremuto tutto fino all’ultima goccia, ho chiuso i miei conti, ho pagato i miei debiti, e non mi resta che da riscuotere la mia nuova vita Londinese, magari smettendo di rimuginare sulle cose dette a metà o non dette del tutto, della mia vecchia vita italiana. Nel 2007 molte cose cambieranno, molte sono già cambiate, e molte altre stanno cambiando.. ma presto ve ne accorgerete anche voi.
Mi viene da ridere se penso al tour-de-force che ho dovuto passare in questi giorni di parente in parente per i saluti "obbligatori" che un disadattato extracomunitario come me deve fare per avere il nulla osta almeno dal primo circolo di parentela, sacrificando il dovuto riposo e relax in cambio di baci di Giuda e fette di torta all’arsenico.
Mi viene da ridere perchè a sentirli oggi quello che ho fatto io negli ultimi mesi è grosso, è importante, è una cosa degna di ammirazione, che richiede coraggio e sacrificio, quando prima di partire ero la pecora nera che piantava casa e lavoro per lanciarsi nel nero cosmo siderale senza fine, ero quello da additare e criticare senza troppi complimenti. Per questo scrivo di baci di Giuda e torte all’arsenico, per incostanza delle masse, e più ci penso e più mi viene da ridere.
Mi viene da ridere perchè gli ingenui parenti non sanno, non capiscono, loro parlano, si consultano, confabulano, borbottano come caffettiere dimenticate sul gas, sentenziano quello che per loro è il mio bene, ma in realtà non capiscono il movimento di un singolo neurone che gira nel mio cervello, nel cervello di un disadattato, non capiscono che un mese di vita a Londra per me è più facile di un giorno in Italia, di quanto sopporti con gioia lo sguardo di mille impiegati che corrono al lavoro ma non quello di un singolo pensionato bigotto che ama giudicare dall’alto della sua panchina del parco, di quanto ami il sorriso della fiorista che mi comunica che consegnerà i miei fiori sulla tomba di mia nonna come da me richiesto, ma non quello dei parenti serpenti che dopo telefonate e sussurri sotto i caschi della parrucchiera locale verranno inevitabilmente a sapere che quei fiori sono miei e giudicheranno della mia spesa che, manco a farlo apposta, sarà troppo misera o troppo esagerata.
La gente non capisce, anzi, la gente non capisce niente, e dall’altro della sua immensa noia, giudica e giudicherà per sempre, finche la morte non giungerà a dargli qualcos’altro di cui occuparsi, il nero cosmo siderale nel quale non ci si può rifiutare di lanciarsi, con tutte le cose che restano in sospeso ed incompiute.
In realtà, quello che dovrebbero capire, è che per un disadattato la parte difficile è proprio ignorare le cose che tutti loro riescono ad ignorare con una naturalezza talmente spontanea da sembrare irreale, le cose importanti che invece scartano per cose infinitamente più futili, come un cieco si preoccuperebbe di giudicare l’abbigliamento della propria badante senza prima curarsi di come lei veste lui stesso.
Smettere di ignorare queste cose e guardarle in faccia, questa è la parte più difficile, trovare la forza per prendere l’elefante e portarlo fuori dalla cristalleria dove stava dormendo, invece di edificarci intorno incuranti di tutto .. ma la gente non capisce, non si interessa, si preoccupa solo delle cose che vuole vedere, finge di non sentire i cristalli che tintinanno ad ogni suo russo, e poi si piange addosso se ne deve pagare le conseguenze, la colpa tanto è dell’elefante.
Invece io, costretto ad osservare la mia ex-realtà quotidiana con gli occhi di uno che è solo di passaggio, ho sentito il bisogno di chiudere le cose che avevo in sospeso, ed è incredibile realizzare quanta forza richieda guardare in faccia una persona e dire cose che si sarebbero dovute dire anni prima, concludere cose aperte e lasciate lì a sonnecchiare proprio come l’elefante nella cristalleria, sperando che le discussioni aperte e mai concluse si chiudano da sole, che la gente dimentichi e che le ferite si leniscano gradualmente, che gli scheletri si consumino placidamente nei loro comodi armadi. Capisco che è questa la parte più difficile quando si vive costantemente nella stessa realtà, ci si rifiuta di mettersi in gioco per la paura di perdere tutto, si sceglie di ignorare il rimorso che corrode lentamente la nostra serenità, si riesce addirittura ad essere annoiati dagli scheletri negli armadi che vediamo ogni giorno … e poi ci facciamo fermare dei giudizi della gente che nella nostra vita non conta poi molto.
Ora di questo 2006 ho proprio spremuto tutto fino all’ultima goccia, ho chiuso i miei conti, ho pagato i miei debiti, e non mi resta che da riscuotere la mia nuova vita Londinese, magari smettendo di rimuginare sulle cose dette a metà o non dette del tutto, della mia vecchia vita italiana. Nel 2007 molte cose cambieranno, molte sono già cambiate, e molte altre stanno cambiando.. ma presto ve ne accorgerete anche voi.
Buon 2007 a tutti.
08:59 | Add a comment | Read comments (15) | Permalink | Trackbacks (0) | Blog it | Life in London
21 December
Natale con i tuoi, rimorsi finchè vuoi
E così, siamo alla soglia del Natale, quell’evento pompato ad arte da tre mesi a questa parte. Il calendario parla chiaro, mancano solo 4 giorni, e non è possibile sbagliarsi, eppure a me sembra ieri che mi aggiravo per Regent’s park smanicato, mi sembra ieri che cercavo lavoro disperatamente, mi sembra ieri che combattevo per un piccolo ritaglio di vita in questa ostica città. Ora invece sono constretto a realizzare che di strada ne è passata: le cose sono completamente diverse, e come ovvio in questi casi, il tempo sta volando. Due anni fa, quando stavo vivendo un’esperienza come questa, e mi ero finalmente insediato a New York City, sono stato costretto a tornare dal mio visto in scadenza e nonostante ne fossi pienamente consapevole, nel momento del mio ritorno non ho potuto fare a meno di provare la sensazione che prova un bambino che guarda un’onda distruggere senza pietà il suo meraviglioso castello di sabbia…di tre mesi di vita combattuta con i denti stretti mi restavano solo una serie di ricordi, il mio bagaglio di esperienze, e qualche fotografia. Oggi invece, mi ritrovo a Londra come due anni fa a New York City, solo più … radicato. Ho superato il mio record di permanenza in un paese straniero, ho il diritto di permanenza, ho un lavoro legale e che mi piace, ho una casa, ho una vita bellissima che mi sono costruita tutto da solo e che nessuno mi può portare via, tuttavia … tuttavia ho paura. In questo momento ho paura di tornare a casa. Forse ho paura che come allora il sogno finisca, forse ho paura che qualcosa possa cambiare, o che sia già cambiato. Ho paura di scoprire che qualcuno soffre perchè non sono più in Italia, che qualcuno mi faccia riflettere sul bisogno che ha me, che io mi renda conto che sbaglio a tornare a Londra e che ho dei doveri da compiere in Italia. Insomma che la folgorante immagine della mia egoistica nuova vita possa venire sporcata dalla triste realtà.
Poi ultimamente non posso fare a meno di pensare che c’è una persona, con la quale ho un grosso conto in sospeso, e con la quale purtroppo per codardia non ho avuto il coraggio di chiuderlo prima della mia partenza. Ed è terribile, e non è da me, avrei dovuto dire un milione di cose ed invece ho detto "ciao parto". Il pensiero mi ha segretamente consumato lungo questo periodo, lentamente e sempre più frequentemente con l’avvicinarsi di questo rientro, perchè chiudere faccende importanti vicino ad una lunga partenza significa anche essere consapevole di essere a rischio di viaggiare pesanti…e così ci si trova a considerare il peso di un bagaglio di rimorsi contro quello di uno di lacrime, tutto pur di soffrire il meno possibile.
Ma sto facendo diventare questo Natale un mortorio, me ne dispiace, io spero veramente di vedere solo grandi sorrisi al mio rientro e che tutto il lato bello della mia "vecchia vita italiana" sia lì ad aspettarmi, spero che dopo capodanno mi spingiate tutti all’aeroporto a calci nel culo e soprattutto che il 2007 apra tante cose quanto il 2006 ne chiude.
E che per tutti noi ci sia una piccola parte di quello che cerchiamo, da qualche parte.
02:00 | Add a comment | Read comments (24) | Permalink | Trackbacks (0) | Blog it | Life in London
17 December
Gli album del 2006
Benvenuti all’assegnazione dei premi per gli album usciti nel corso del 2006, non tutti ovviamente, la piccola parte che ha incrociato la mia vita nel lettore CD della mia macchina bergamasca, o nel lettore MP3 della mia nuova vita londinese. Valuterò testi e musica come è giusto che sia, dove comunque la musica è ben più importante del testo, e in tono ovviamente e assolutamente soggettivo. Sono esclusi i greatest hits.
Placebo – Meds: testi 8, musica 7
L’album più controverso dell’anno. Prima l’ho amato, poi l’ho odiato, ed infine mesi e mesi dopo l’ho di nuovo amato. Non lo ritengo il loro album migliore, ma l’aria di depressione che pesa lungo tutto il CD, le musiche e i testi cupi, lo rendono un collante per i ricordi che mi sono costruito quest’anno, e pertanto impossibile da cancellare.
L’album più controverso dell’anno. Prima l’ho amato, poi l’ho odiato, ed infine mesi e mesi dopo l’ho di nuovo amato. Non lo ritengo il loro album migliore, ma l’aria di depressione che pesa lungo tutto il CD, le musiche e i testi cupi, lo rendono un collante per i ricordi che mi sono costruito quest’anno, e pertanto impossibile da cancellare.
Evanescence – The open door: testi 6, musica 3
Congratulazioni alla Amy Lee per aver vinto il premio per l’album più brutto dell’anno, e per aver dimostrato al mondo che senza Ben Moody è una donna inutile. Peccato per la sua splendida voce. Quando si dice avere il pane ma non avere i denti.
Congratulazioni alla Amy Lee per aver vinto il premio per l’album più brutto dell’anno, e per aver dimostrato al mondo che senza Ben Moody è una donna inutile. Peccato per la sua splendida voce. Quando si dice avere il pane ma non avere i denti.
Muse – Black holes and revelations: testi 8, musica 0
L’album delusione dell’anno. I testi sono sempre stati il punto di forza dei muse, ossessionati dall’idea dell’apocalisse e delle deviazioni psicologiche, e lo sono ancora. Peccato che se rinunci ai toni forti ed elaboratissimi dei quali eri maestro solo per ottenere un passaggio in discoteca o in radio a me risulti ridicolo, voltafaccia, e pure schifosamente venduto al dio denaro.
L’album delusione dell’anno. I testi sono sempre stati il punto di forza dei muse, ossessionati dall’idea dell’apocalisse e delle deviazioni psicologiche, e lo sono ancora. Peccato che se rinunci ai toni forti ed elaboratissimi dei quali eri maestro solo per ottenere un passaggio in discoteca o in radio a me risulti ridicolo, voltafaccia, e pure schifosamente venduto al dio denaro.
Killers – Sam’s town: testi 6, musica 4
L’album della conferma. Appunto la conferma che i Killers non valgono il nome che si sono fatti. Infatti i Killers per restare nel mercato musicale hanno scelto la strada piu comoda, copiano il loro lavoro precedente e cambiando un po la loro immagine, peccato che ai miei occhi il lavoro è forzato, falso, e per niente spontaneo. I due singoli sono anche carini, ma il resto fa solo venire voglia di rimettere nel lettore il CD vecchio.
L’album della conferma. Appunto la conferma che i Killers non valgono il nome che si sono fatti. Infatti i Killers per restare nel mercato musicale hanno scelto la strada piu comoda, copiano il loro lavoro precedente e cambiando un po la loro immagine, peccato che ai miei occhi il lavoro è forzato, falso, e per niente spontaneo. I due singoli sono anche carini, ma il resto fa solo venire voglia di rimettere nel lettore il CD vecchio.
Tiziano Ferro – Nessuno è solo: testi 7, musica 6
Tiziano Ferro è un cantautore, e come tutti i cantautori una volta che ha scritto le due 3 canzoni-singolo il resto dell’album lo fa di fretta e male. Sono solo supposizioni, fatto sta comunque che ci sono 3 o 4 canzoni veramente belle che lo riconfermano come il diamante della musica italiana, quando sento "ed ero contentissimo" mi sembra di sentire una canzone di Cocciante, solo che appunto, quando ascolto il resto del cd mi cadono un po le braccia.
Tiziano Ferro è un cantautore, e come tutti i cantautori una volta che ha scritto le due 3 canzoni-singolo il resto dell’album lo fa di fretta e male. Sono solo supposizioni, fatto sta comunque che ci sono 3 o 4 canzoni veramente belle che lo riconfermano come il diamante della musica italiana, quando sento "ed ero contentissimo" mi sembra di sentire una canzone di Cocciante, solo che appunto, quando ascolto il resto del cd mi cadono un po le braccia.
Gwen Stefani – The sweet escape: testi 3, musica 5
Povera Gwenna, capisco che uno debba osare per produrre un tipo di musica che sia unica e che venga associata ad una singola persona, però ascoltando questo cd io lo associo di più all’operazione di riasfaltamento della A4 che a della musica. Per non parlare del singolo con Heidi e Pieter che scendono dai monti con i campanacci, ma dai .. Gwenna dammi retta, torna nei NO DOUBT!!
Povera Gwenna, capisco che uno debba osare per produrre un tipo di musica che sia unica e che venga associata ad una singola persona, però ascoltando questo cd io lo associo di più all’operazione di riasfaltamento della A4 che a della musica. Per non parlare del singolo con Heidi e Pieter che scendono dai monti con i campanacci, ma dai .. Gwenna dammi retta, torna nei NO DOUBT!!
Justin Timberlake – Future sex love sounds: testi 3, musica 7
Diciamo la verità, Justino ha il suo lavoro e lo sa fare bene, perchè il cd può anche non essere un capolavoro, ma quando te lo presenta lui con i suoi balletti e le sue moine, con il suo stile inconfondibile di voce, è difficile restare indifferenti. Justin Timberlake è l’erede spirituale di Michael Jackson, e come lui c’è solo lui, e se il cd non è bello, lui lo sa vendere lo stesso.
Diciamo la verità, Justino ha il suo lavoro e lo sa fare bene, perchè il cd può anche non essere un capolavoro, ma quando te lo presenta lui con i suoi balletti e le sue moine, con il suo stile inconfondibile di voce, è difficile restare indifferenti. Justin Timberlake è l’erede spirituale di Michael Jackson, e come lui c’è solo lui, e se il cd non è bello, lui lo sa vendere lo stesso.
Robbie Williams – Rudebox: testi 5, musica 4
Ok ora capisco che ci sia stato un boom della musica dance in questo ultimo periodo, e che conoscendo Robbie Williams lui non abbia prodotto questo cd per correre dietro alle mode ma questo album l’abbia fatto per suo piacere personale, il problema è Robbie Williams manca sia della voce di Justin Timberlake che dello stile di Madonna, e se il cd non è bello, e tu non lo sai vendere, io non te lo compro. Tiè.
Ok ora capisco che ci sia stato un boom della musica dance in questo ultimo periodo, e che conoscendo Robbie Williams lui non abbia prodotto questo cd per correre dietro alle mode ma questo album l’abbia fatto per suo piacere personale, il problema è Robbie Williams manca sia della voce di Justin Timberlake che dello stile di Madonna, e se il cd non è bello, e tu non lo sai vendere, io non te lo compro. Tiè.
Laura Pausini – Io canto: testi N/A, musica 8
La (quasi) infallibile Laura Pausini ha fatto un cd di cover italiane, con la quale sbancherà certamente oltre il confine italiano, dove conoscono lei ma non le altre canzoni italiane. Il cd è bello, suona ottimamente, e tutta la musica e la strumentazione è sottomessa alla sua voce perfetta, peccato che a mio parere la Laura non brilla tanto nei toni bassi quanto brilla nei toni alti, e quando ascolto "non me lo so spiegare" mi viene voglia di mettere quella originale, e idem per "i giardini che nessuno sa" che fa veramente sentire la mancanza di Renato (parlando ancora di stile inconfondibile di un’artista), non è colpa sua sia chiaro, è proprio il potere dell’artista originale che lei non può riproporre. Lode accademica invece per "cinque giorni" che è davvero meglio dell’originale.
La (quasi) infallibile Laura Pausini ha fatto un cd di cover italiane, con la quale sbancherà certamente oltre il confine italiano, dove conoscono lei ma non le altre canzoni italiane. Il cd è bello, suona ottimamente, e tutta la musica e la strumentazione è sottomessa alla sua voce perfetta, peccato che a mio parere la Laura non brilla tanto nei toni bassi quanto brilla nei toni alti, e quando ascolto "non me lo so spiegare" mi viene voglia di mettere quella originale, e idem per "i giardini che nessuno sa" che fa veramente sentire la mancanza di Renato (parlando ancora di stile inconfondibile di un’artista), non è colpa sua sia chiaro, è proprio il potere dell’artista originale che lei non può riproporre. Lode accademica invece per "cinque giorni" che è davvero meglio dell’originale.
Gianna Nannini – Grazie: testi 6, musica 6
Mi dispiace, ma a me la Gianna non piace. Non mi piace proprio, non la digerisco. Però capisco che questo album sia buono e la musica sia bella, che tutto sia ben accordato e vario. E solo che la sua voce mi è allergica, mi fa venire l’eruzione cutanea. Mi dispiace. Ed è inutile che mi dici grazie, il cd non te lo compro!
Carmen Consoli – Eva contro Eva: testi 10, musica 9
Ed ecco l’album dell’anno. Ho sempre odiato Carmen Consoli per la voce da gallina col singhiozzo, ma non posso negare che quest’album meriti l’appellativo di capolavoro. Carmen ci porta per mano in un viaggio all’interno della sua "terronia" tra mandolini e canti popolani, ascoltandolo mi sembra quasi di sentire l’odore della salsedine misto a quello dei peschi in fiore, e su questa base e senza alcuna vergogna la nostra "cantastorie" ci mostra il bello e il brutto tempo della sua terra con testi da brivido e da denuncia sociale, elaboratissimi ed elevatissimi. Una vera perla.
Ed ecco l’album dell’anno. Ho sempre odiato Carmen Consoli per la voce da gallina col singhiozzo, ma non posso negare che quest’album meriti l’appellativo di capolavoro. Carmen ci porta per mano in un viaggio all’interno della sua "terronia" tra mandolini e canti popolani, ascoltandolo mi sembra quasi di sentire l’odore della salsedine misto a quello dei peschi in fiore, e su questa base e senza alcuna vergogna la nostra "cantastorie" ci mostra il bello e il brutto tempo della sua terra con testi da brivido e da denuncia sociale, elaboratissimi ed elevatissimi. Una vera perla.
14:29 | Add a comment | Read comments (9) | Permalink | Trackbacks (0) | Blog it | Musica
11 December
Turbolenze "festive"
"Toto, credo che non siamo piu in Cansas!" E’ quello che mi sono detto una di queste mattine, quando uscendo di casa ho avuto giusto il tempo di afferrare una ringhiera prima di partire a mò di aquilone da segnalazione costiera, a causa del tifone che ha deciso di abbattersi sulla capitale inglese così, da un giorno all’altro. E’ impressionante vedere l’audacia con cui i cittadini Londinesi ostinatamente si recano sul posto di lavoro afferrando barriere, cartelli stradali, veicoli, semafori, ecc ecc, persino la troupe che sta girando un film nella nostra via si è messa in attività come tutte le altre mattine, anzi oserei dire leggermente in anticipo, persino la starlette biondina di cui oramai sono fan recitava con gioia il suo copione già alle 7.30 AM, bellamente in accappatoio con la tazza di caffè in mano ed i bigodini in testa, ovviamente fuori dalla sua roulotte e, anzichenò, in mezzo alla strada. A questo punto comincio a pensare che stiano girando il seguito di "Via col Vento".
Ad ogni modo il tifone ha anticipato giustamente una settimana "turbolenta" per il sottoscritto, partendo dalla mia lesbicissima capa, la sorella di Annie Lennox, che ha simpaticamente deciso di cominciare a comunicare con l’intero ufficio urlando in slang londinese, stupendosi poi della mia espressione perplessa di ritorno che ormai è diventata quella di default, poi lei si domanderà senza darsi risposta "com’è possibile che questo qua capisca gli altri e non me?!"…Ma per forza o meravigliosa testolina di cavolfiore, se per dire "Door" tu dici "Douour" perchè devi fare la figa con l’universo poi non lamentarti se la gente non ti capisce! Già alla mattina quando arrivo e come prima cosa sento "Gououd Mouournieang!" provo la sensazione dei primi brividi premestruali che non ho mai avuto. Per questo motivo ho iniziato a comunicare a gesti. Si, cominciando dal dito medio.
Ma passiamo al reparto feste. Certo, perchè negli ultimi giorni sono stato a:
1) Festa messicana (invitato da amici, vedi post precedente). In un locale totalmente gestito e indirizzato a messicani, dove l’inglese non era nemmeno contemplato, e dove oltre ad essermi fatto ingozzare dalle cose più piccanti esistenti sul pianeta Terra mi sono pure dovuto sorbire l’antica preghiera della Posada con tanto di canzoncina in spagnolo da cantarsi per strada, con candela da tenere rigorosamente accesa (e vorrei ricordare il tornado nel frattempo), e per concludere la serata una telefonata di mio cugino che chiedeva ospitalità in casa mia per due sue "amici" (ancora una volta rimando al post precedente) per il weekend!! La preghiera ha poi funzionato perchè la richiesta è stata misteriosamente ritrattata in giorno seguente .. ho un sospetto .. avra mica letto il mio blog?
2) Festa finanziaria. Non è ancora la festa della banca, bensì la festa dell’agenzia di lavoro, specializzata in mercato finanziario. Ovverosia: Un collier di grassoni incravattati che facevano saltare il gargarozzo ad ogni risata come fosse una cotoletta impannata, e mi domandavano cosa facessi lì, guardandomi dall’alto in basso, e se erano piu bassi di me salivano su qualche gradino li vicino. Ovviamente io ero fuori posto come un albanese alla festa della Padania di Ponte di Legno, ma mi sono detto: occasione perfetta per sperimentare i piaceri della menzogna spinta: "Cosa fai?" "Sono un consulente finanziaro personale e specializzato per la Lloyd financial bank, forse mi conosce, Matthew Burton"… Attimo di pausa … "Ahh si mi pare di aver sentito parlare di lei signor Burton!". "Ah ecco mi pareva infatti! Sono famoso io!" Insomma, ho già capito come funziona il mondo della finanza!
Comunque le feste più belle saranno domani al Tower of London per la ditta dove lavoro (non mancheranno foto), e sabato per il compleanno di Michael, anticipato da un biglietto che lascio a voi il piacere di definire..
Ora il dilemma sarà scoprire quanto si spende in media per un regalo di compleanno a Londra .. chi ha conoscenza in merito si faccia avanti.
22:39 | Add a comment | Read comments (10) | Permalink | Trackbacks (0) | Blog it | Life in London
09 December
Proverbio cinese
If the father is a frog, the son will be a frog.
Con i ringraziamenti dell’hotel che ha ospitato la Signora Giovanna
20:17 | Add a comment | Read comments (6) | Permalink | Trackbacks (0) | Blog it | Life in London
05 December
Pure morning
La vita è strana, è imprevedibile, e soprattutto non smette mai di stupire. A volte sottovalutiamo il potere di un singolo momento, il momento che cambia la giornata, la settimana, o magari la vita.
Torniamo al mio scorso weekend di modo che vi possa raccontare quello che è successo.. Venerdì sera sono uscito di casa dicendo a Manuela . Pensavo di andare a Regent’s Street, sedermi comodamente su di un divano sorseggiando il mio caffe mocha e di dirigermi di lì a poco nuovamente a casa, ed invece la vita ha deciso che alla fermata del bus dovevo conoscere un gruppo di ragazzi decisamente fuori dalle righe, che tornavano dal concerto delle Scissor Sisters in Wembley Arena (e già il tipo di concerto che questi sono andati a vedere la dice lunga sullo stato fisico e mentale di questi individui). Comunque, si sa che i bus notturni a Londra arrivano un po’ come i raffreddori in Kenya, e difatti prima che il mio bus arrivasse avevo talmente fatto conoscenza con questi che alla fine ho mandato a cagare il mio bus e sono andato … in casa con loro a festeggiare il compleanno di un loro amico! Alcuni potranno dire che sono stato un pazzo ad andare a casa di gente che non conoscevo minimamente, mentre altri avrebbero potuto dire che bisogna essere dei pazzi per portare a casa qualcuno che si è appena conosciuto alla fermata del bus, ma in realtà penso che bisogna essere pazzi per vivere una vita correndo su binari e considerando tutti quelli che ci circondano come alieni, quando gli altri sono persone come noi, che si alzano la mattina per andare a lavorare, che ridono piangono e combattono per un piccolo ritaglio di felicità. Ma non solo: è stato incredibile scoprire come persone alle quali dai fiducia "sull’istinto" si rivelino essere esattamente quello che ti aspettavi, mentre persone che ti vengono presentate in pompa magna da amici di fiducia si rivelano poi essere persone orrende, superficiali e pure con stili di divertimento spinti ben oltre il funghetto trallallà, ogni riferimento agli amici di mio cugino è puramente casuale.
Torniamo ai miei nuovi "amici" raccattati dal bordo della strada, e al mio arrivo alla loro casa: Descrizione della casa di questi, in zona 2 di Londra: 3 Piani, 10 inquilini, 1 megasoggiorno adibito ad uso comune, 1 cucina, 2 bagni, 2 gatti. In quella camera da letto eravamo in 10: A parte io che ero ovviamente l’unico italiano, c’era una ragazza francese con il suo ragazzo inglese, uno studente universitario algerino, una cameriera spagnola, due omosessuali portoghesi che facevano coppia, un messicano manager di un ristorante, e per finire un viado brasiliano e il suo marito! Mi sono quindi ritrovato in un autentico "circolo culturale", un’impagabile immersione di punti di vista e mentalità così diverse sul nostro mondo, e portate da esponenti di estrazione culturale e mentale di diverse parti del mondo, ognuno a Londra perchè deluso dalla propria nazione e ognuno a suo modo aperto come un libro a tutti gli altri .. E’ stato un accordo di violini, un viaggio verso lo spazio infinito, un saltare dalla politica italiana all’origine delle magliette francesi a righe rosse e nere, a come gestire un ristorante a Londra, alla croce di Swarovski del Madonna Confession Tour 2006, al luogo comune del Brasile come paese del calcio e del carnevale. Il nostro "viaggio" spirituale senza droghe, dal quale mi ero promesso di scendere prima delle 2, in realtà ci ha portato tutti alle 6 del mattino in cucina a tostare fette di pan-carrè con la Nutella, e di lì a poco sul pullman verso London Bridge, dove ci saremmo separati, e durante il lento rientro dal finestrino vedevamo il sole farsi spazio attraverso l’ormai flebile notte londinese..
Poi una volta giunti alla stazione di London Bridge erano quasi le sette e così ci siamo detti: Ma perchè aspettare il secondo pullman per andare a casa se alle sette e mezza apre la metro? Ed è così che abbiamo salutato la fine di una notte speciale seduti fuori dalla stazione di London Bridge, mentre mangiavamo delle briosche al cioccolato appena sfornate e sorseggiavamo un fumante caffelatte, e come dei perfetti barboni ci stringevamo per il freddo socchiudendo gli occhi davanti ai primi raggi del sole che ci accarezzavano il viso .. e quello è stato il mio pure morning, ed è stato fantastico e avrei voluto che quel momento non finisse mai, perchè sapevamo che ognuno di noi nel contesto della società da cui proveniva era solo un disadattato, ma in quel momento, seduti insieme e con la schiena contro la saracinesca della stazione, stretti dalla morsa del freddo, eravamo un invidiabile gruppo di amici insediati con successo in una capitale straniera. E nondimeno, finalmente adattati.
Torniamo al mio scorso weekend di modo che vi possa raccontare quello che è successo.. Venerdì sera sono uscito di casa dicendo a Manuela
Torniamo ai miei nuovi "amici" raccattati dal bordo della strada, e al mio arrivo alla loro casa: Descrizione della casa di questi, in zona 2 di Londra: 3 Piani, 10 inquilini, 1 megasoggiorno adibito ad uso comune, 1 cucina, 2 bagni, 2 gatti. In quella camera da letto eravamo in 10: A parte io che ero ovviamente l’unico italiano, c’era una ragazza francese con il suo ragazzo inglese, uno studente universitario algerino, una cameriera spagnola, due omosessuali portoghesi che facevano coppia, un messicano manager di un ristorante, e per finire un viado brasiliano e il suo marito! Mi sono quindi ritrovato in un autentico "circolo culturale", un’impagabile immersione di punti di vista e mentalità così diverse sul nostro mondo, e portate da esponenti di estrazione culturale e mentale di diverse parti del mondo, ognuno a Londra perchè deluso dalla propria nazione e ognuno a suo modo aperto come un libro a tutti gli altri .. E’ stato un accordo di violini, un viaggio verso lo spazio infinito, un saltare dalla politica italiana all’origine delle magliette francesi a righe rosse e nere, a come gestire un ristorante a Londra, alla croce di Swarovski del Madonna Confession Tour 2006, al luogo comune del Brasile come paese del calcio e del carnevale. Il nostro "viaggio" spirituale senza droghe, dal quale mi ero promesso di scendere prima delle 2, in realtà ci ha portato tutti alle 6 del mattino in cucina a tostare fette di pan-carrè con la Nutella, e di lì a poco sul pullman verso London Bridge, dove ci saremmo separati, e durante il lento rientro dal finestrino vedevamo il sole farsi spazio attraverso l’ormai flebile notte londinese..
Poi una volta giunti alla stazione di London Bridge erano quasi le sette e così ci siamo detti: Ma perchè aspettare il secondo pullman per andare a casa se alle sette e mezza apre la metro? Ed è così che abbiamo salutato la fine di una notte speciale seduti fuori dalla stazione di London Bridge, mentre mangiavamo delle briosche al cioccolato appena sfornate e sorseggiavamo un fumante caffelatte, e come dei perfetti barboni ci stringevamo per il freddo socchiudendo gli occhi davanti ai primi raggi del sole che ci accarezzavano il viso .. e quello è stato il mio pure morning, ed è stato fantastico e avrei voluto che quel momento non finisse mai, perchè sapevamo che ognuno di noi nel contesto della società da cui proveniva era solo un disadattato, ma in quel momento, seduti insieme e con la schiena contro la saracinesca della stazione, stretti dalla morsa del freddo, eravamo un invidiabile gruppo di amici insediati con successo in una capitale straniera. E nondimeno, finalmente adattati.
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