Essendo io un appassionato del Giappone e della sua cultura, non posso dire di non essere quantomeno scosso dalla crisi demografica che il gigante asiatico sta affrontando, da piú di mezzo secolo infatti il valore delle nascite é in costante crollo: se durante gli anni 70 una donna concepiva una media di 2.1 figli, oggi quel valore si avvicina all’1.2, e seguendo questo trend, entro il 2050 il crollo si accentuerá di un ulteriore 20%.
Di contro, entro il 2050 gli over 65 comporranno il 40% della popolazione. Un quadro drastico, terribile, di un paese che invecchia (per non dire muore) ed allo stesso tempo si ostina a rifiutare ogni sorta di immigrazione o di prepensionamento per riempire tutti quei posti di lavoro occupati da nonni e nonne, senza contare il fardello che la sanitá si deve portare appresso con una popolazione piena di acciacchi e dolori, e sempre meno progressista e sempre piú conservatrice. Terribile, se pensate a cosa conta il Giappone nella scalata al progresso tecnologico.
Si aggiunge il fatto che i giovani abbandonano presto i loro villaggi di origine e si dice che quando un nuovo edificio viene costruito é spesso una casa per anziani, persino nella grande Tokyo a nord della cittá é stato aperto un enorme centro commerciale frequentato da soli anziani dove non esistono burger bars, negozi di cd musicali, coffee shops ma invece negozietti di articoli di benessere, cibi tradizionali, soprammobili di antiquariato e cosí via.
In generale, in Giappone é piú semplice trovare un corpetto invernale per un cane che per un bambino.
Tutto ció é a dir poco inquietante, se si pensa che quello che il Giappone lancia al mondo non é un esempio chiuso, ma un germe di qualcosa che minaccia di impiantarsi in tutte le civiltá sviluppate, come il ministro giapponese per gli affari sociali ha dichiarato con turbamento: "presto l’intera Asia si ritroverá popolata da anziani!", e persino in Italia possiamo puntare il dito su certi dati non esattamente incitanti, basta guardare il nostro mondo politico che ottimamente ci rappresenta.
Se dovessimo ipotizzare una fine del mondo cosa terremmo in considerazione? Guerra atomica? Glaciazione? Forse anche l’idea di un popolo che semplicemente si lascia morire non é cosí assurda né tantomeno lontana come si potrebbe credere. Ci penseremo quando saremo vecchi.
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