Voi non potete capire la mia faccia questa mattina, quando aprendo la prima pagina del NEW YORK TIMES ci trovo il faccione di Beppe Grillo con il titolo "L’Italia canta un’aria di delusione". Finalmente quelli che dicono che il blog di Grillo non é conosciuto all’estero, che non é osservato dai politici europei per il suo potere di muovere le masse, quelli che negano un malcontento popolare di proporzioni epiche di cui Grillo é il piu grande rappresentante dovranno amaramente ricredersi. Come il New York Times cita (cita convinto di stupire, ma non stupisce di certo un italiano come me) gli italiani non sono piú il paese del sole, dell’allegria e della spensieratezza, dichiara graniticamente che esiste un pesante velo di malcontento su tutto il territorio, che poggia le proprie radici sulla classe politica che come Regina Maria Antonietta all’epoca della rivoluzione francese viene additata se non come responsabile per lo meno come capro espiatorio, e Beppe Grillo, il nostro Robespierre, lo sa benissimo.
Certo, diciamola tutta, ovviamente non mancano stoccate dolorose ma tristemente vere sulla nostra societá: sull’enorme ignoranza specialmente quando si parla di progresso tecnologico, sulla bassezza dei nostri stipendi, sull’incapacitá di gestire il problema dell’immigrazione, delle pensioni, della sanitá e dei trasporti, sui 30enni che non hanno soldi per andare via dai genitori, su un’economia che nell’87 pareggiava quella inglese ed oggi é ultima in Europa, e poi la fuga di cervelli: L’articolo cita che mentre una volta fuggivano soltanto "i geni" oggi fuggono anche semplici adolescenti brillanti (non fatemi fare autocitazioni che poi finirei parte in causa), o il fatto che manteniamo 24 CRIMINALI PREGIUDICATI in parlamento, senza contare che sono le stesse faccie da 20 anni. Poi che la chiesa ancora regna sovrana con la sua manipolazione delle menti seppur in perdita inarrestabile di fedeli, e poi il bigottismo e l’ottusitá e la mancanza di conoscenza di una lingua straniera per praticamente tutti, e la nostra grande immigrazione che solo parzialmente nasconde l’emigrazione giá citata qualche riga sopra, e di come artisticamente viviamo di successi degli anni passati come la Loren e Pavarotti (ma non abbiamo la Bellucci??) e griffe vecchie di secoli senza saperci reinventare, insomma é un articolo di 4 pagine e non ve lo posso spiegare ne traddure specialmente perché mi arresterebbero anche, perció vi invito a leggerlo e a capire perché un qualsiasi Beppe Grillo non sia un genio o un mago o un santo, ma solo una persona che punta il dito al posto giusto e si sente dire di risposta da milioni di persone "hai ragione", non perché ha inventato l’acqua calda, ma perché HA RAGIONE. Il canto del Grillo non cambia di certo il mondo, ma chi lo sente certo che lo puo cambiare.
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