Pensavo che sarebbe anche ora che questo blog tornasse “di servizio” (o almeno facesse finta di esserlo!). Vorrei spendere due parole sul luogo comune che per andare a vivere all’estero basta prendere il biglietto dell’aereo.
E’ pur vero che essendo cittadini della comunitá europea non é necessario alcun visto per lavorare legalmente all’estero, tuttavia dovrete ufficializzare il cambio di residenza con il vostro comune (e con l’Italia).
A questo proposito sul sito del Consolato Generale d’Italia a Londra
viene chiaramente specificato il seguente (incollo):
La legge n.470 del 1988 stabilisce che tutti i cittadini italiani che trasferiscono all’estero la loro residenza devono, entro 90 giorni dalla data di arrivo nel Paese di destinazione, fare apposita dichiarazione presso il competente Ufficio consolare.
Ció significa che tutti gli italiani – ovunque siano nati – che risiedono fuori dal territorio nazionale si devono obbligatoriamente registrare all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero). E’ inoltre specificato che la residenza è il luogo dove una persona ha la propria dimora abituale, cioè quello in cui trascorre la maggior parte del proprio tempo.
Se ne evince che se vivete all’estero da piú di 90 giorni siete a tutti gli effetti emigrati “non dichiarati” e quindi “illegali”.
Ora, che il 99% degli italiani a Londra non sia registrato all’AIRE e pertanto risulti residente in Italia all’interno delle statistiche ufficiali é un capitolo a parte, inoltre il fatto che non si sia mai sentito di nessuno finito in guai per non essersi iscritto o il dubbio che effettivamente causi piú grattacapi iscriversi piuttosto che starsene zitti .. beh quello fa tutto parte della magia culturale italiana e non é comunque l’argomento del post odierno, quel che faró invece oggi é spiegarvi come regolarizzare la vostra posizione di espatriati dichiarando la vostra residenza all’AIRE.
Per iscriversi all’AIRE é sufficiente compilare un modulo autodichiarativo (LINK) e faxarlo/spedirlo al consolato unitamente alla fotocopia di un documento di identitá valido (passaporto o carta d’identità) da cui siano desumibili foto, firma, dati anagrafici e ad una prova di residenza (come bollette, council tax, estratto conto ecc.). La vostra registrazione diverrá effettiva nel momento in cui riceverete una lettera dal vostro comune originario di residenza che vi confermerá che non siere piú registrati come cittadini, cosa che non accadrá mai perché il consolato non invierá mai tale comunicazione al vostro comune o la lettera non verrá mai ricevuta o il vostro comune perderá le carte (é scontato immaginare che i piccoli comuni non accettino volentieri di perdere i propri cittadini ed assistenze nazionali corredate) e quindi aspetterete che crescano le banane sui peri (io ho mandato tutto da due mesi e ancora il mio comune non mi ha mandato niente, forse hanno mandato il postino a piedi).
Ma passiamo alle domande scottanti:
COSA SUCCEDE UNA VOLTA CHE MI SONO ISCRITTO ALL’AIRE?
(qua incollo dal sito)
L’iscrizione all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, oltre a costituire un obbligo sancito dalla Legge, è importante per poter ottenere alcuni servizi consolari (rilascio documenti e dichiarazioni), l’invio di certificati elettorali e comporta anche dei benefici, tra i quali:
ricevere la cartolina elettorale all’esatto indirizzo all’estero;
ottenere una tariffa elettrica agevolata da parte dell’ENEL ed una riduzione sulla tassa per la raccolta dei rifiuti urbani per i proprietari di una casa o altro immobile in Italia.
Il Consolato può fornirvi direttamente i seguenti certificati:
Certificato di cittadinanza
Certificato di residenza
Certificato di stato libero
Certificato di stato di famiglia
Ci sono anche altri aspetti che sul sito non specificano ma io vi riporto per completezza: Per il vostro comune originario di residenza italiana sarete praticamente morti, anzi sarebbe piú corretto dire turisti, ad esempio perderete il vostro medico di base, il che a scanso di falsi moralismi é totalmente giusto visto che non potrete certo aspettarvi di tornare in Italia quando vi pare e piace e reclamare i servizi pubblici ed i diritti di cittadino senza aver pagato un centesimo di tasse, né tantomeno che il vostro medico vi tenga un posto d’onore nella lista dei pazienti quando ci saranno sicuramente altre persone in lista d’attesa. Come pseudoturisti al vostro arrivo in Italia avrete comunque diritto all’assistenza sanitaria fino a tre mesi, e ad ogni modo l’iscrizione all’AIRE é reversibile e potrete dichiarare di essere tornati in patria in ogni momento se pensate di non espatriare piú.
COSA SUCCEDE SE NON MI ISCRIVO ALL’AIRE?
Qua viene il bello.
Nessuno puó certificare esattamente cosa succede se non vi iscrivete all’AIRE, poiché é lo stesso consolato ad ammettere che il governo britannico non condivide le proprie informazioni anagrafiche con i consolati esteri. Ció significa che se non adempirete ai vostri doveri di cittadini c’é una buona probabilitá che in Italia non sapranno mai che ve ne siete andati. Questo cosa comporta?
Innanzitutto l’Italia potrá potenzialmente reclamarvi le tasse non pagate, si aspetterá lecitamente una dichiarazione dei redditi da parte vostra assumendo che vivete in Italia e lavorate per un datore di lavoro estero, insomma dovrete fare 2 dichiarazioni separate. Ció non significa che cosí facendo sarete in regola, dato che sarete sempre in contravvenzione della legge succitata, ma in assenza di esperienze personali da riportare credo che con cambio di residenza non dichiarato pagare le tasse italiane sia il minimo (prego chi ne sa piú di me di integrare nei commenti).
E qui concludo, se avete domande fatevi avanti.
Vi lascio con un paio di link utili per approfondimento:
–Consolato Generale d’Italia a Londra
–Tutta colpa dell’AIRE
–Aire come carta dei diritti degli italiani nel mondo
–Beata ignoranza italiana
ciao, grazie per le info.
domanda: sono 7 anni che vivo in UK e non mi sono mai iscritto all’AIRE. ora vorrei farlo ma non mi e’ chiaro che data d’arrivo indicare, considerando che l’iscrizione e’ obbligatoria dopo 90 gg e questo termine e’ bello che passato. consigli?
grazie, ciao