L’etiquette giapponese

bikeDopo due mesi trascorsi in Giappone ho ancora questo mistero insondabile che mi si presenta agli occhi ogni mattina e non riesco a comprendere: I giapponesi.

I giapponesi sono l’ultimo grande mistero dell’umanitá dopo la mappatura del DNA e la sessualitá di Mario Giordano. Sono un popolo di singoli che pensano come un unico essere (tipo le formiche del Guatemala), sono gentili e “politically-correct” fino in punto di morte, e apparentemente non conoscono disprezzo né odio, né mai mostrano riserbo o rancore.
Prendiamo d’esempio un qualsiasi lunedí mattina: io da londinese DOC mi fiondo in metró in ultraritardo ancora smaltendo la sbronza della sera prima, ed é giá una fatica ricordarsi di mettere le mutande sotto ai pantaloni: invece i giapponesi intasano la metró giá dalle 7 e si ricordano pure la mascherina per non far prendere il raffreddore al vicino!
La correttezza con la quale occupano le carrozze poi é sconvolgente: riescono a disporsi automaticamente in modo da occupare tutto lo spazio disponibile assicurandosi tre millimetri di aria da ogni lato per non avere contatto fisico con nessuno dei vicini.. insomma proprio come a Londra dove di solito passi il tempo del tragitto con il naso infilato nell’ascella pezzata del vicino.
Sul campo del lavoro non ho testo in causa, ma cito una scena di una collega di Gumi che ci ha raggiunto a cena alle 20.00 di un venerdí sera con la frase “Scusatemi, mi sono trattenuta in ufficio piú del previsto” che ho immediatamente paragonato alla scena del venerdí sera londinese modello “firestarter” che avvia la maratona verso il pub all’angolo alle ore 17.01 in punto. Quello che diciamo alle 20.00 a Londra semmai é “Scusate, mi sono trattenuto con la testa nel water piú a lungo del previsto”.
Altra cosa sconvolgente dell’etiquette Giapponese é la cena formale a casa di parenti: un insieme di regole comportamentali direttive e riflessive che in confronto il ricevimento estivo di Windsor sembra il Circolo del Luppolo di Borgo Panigale.
Se per sbaglio infilate le bacchette in verticale nel riso verrete allegramente etichettati come menarogna fino alla fine dei vostri giorni, infatti lo stesso gesto richiama l’offerta del riso allo spirito dei morti (che i commensali senza dirvelo spereranno andrete a trovare), e peggio ancora é se passate qualcosa ad un commensale offrendolo con le vostre bacchette: lo stesso gesto si pratica infatti ai riti funebri con le ossa del familiare cremato, cosí farete pure scoppiare in lacrime i presenti richiamando alla memoria il funerale del nonno della settimana prima.
Peró a dispetto di tutte queste regole é comunque impossibile farli incazzare: se per esempio in metró perdete l’equilibrio e pestate con violenza il piede al vicino tipo piantana del cassonetto dell’immondizia non é che poi vi sentite mandare ampiamente a fanculo (come farebbe, chessó, il sottoscritto), no no, sará invece lo sfigato dal piede spianato che vi chiederá scusa dicendovi qualcosa come “mi scuso infinitamente per avere messo il piede dove voi stavate provando i passi della macarena, spero di non avervi interrotto!”. Insomma, per un occidentale viaggiamo nei campi della pura fantascienza.

Comunque, discorso dell’etiquette a parte, una cosa che noto in maniera terrificante é come in ogni capitale mondiale  la gente che vedi in metró non é mai un campione rappresentativo della vita “over the ground”. Particolarmente sui treni della Yamanote line si vedono sempre salire e scendere squinternati di ogni specie che ci si domanda se la linea non faccia per caso qualche tour degli istituti di ricovero locali. Osservate ad esempio la tipa della foto qua sotto, che indossa un cappellino che solo il nome é giá tutto un programma: non so a voi, ma a me sembra uscita direttamente da un circolo giapponese della anonima alcolisti.

too_drunk_to_fuck

559 comments to L’etiquette giapponese

  • Sayuri

    tu sei un genio! ahahahahahahahaha
    riderò per i prossimi 6 mesi per le perle che ci hai regalato!
    troppo divertente!
    ho vissuto a tokyo per più di un anno e so di cosa parli… ma tu ne parli molto meglio XD
    ahahahahahahahahhahahahahahahahahahahahahahha

  • ci devo andare io…per calmarmi i nervi

  • Dear Oby
    If you really think London tube is so terribly overcrowded, you’ve never taken the underground in Rome. Japanese tourists must be shocked when they visit our city! Absolutely unbearable!
    @blossom80
    “In Asia” and in general Tiziano Terzani’s books about Asia are definitely good advice to approach Eastern countries with respect and love. 🙂
    Maria Grazia

  • Oby

    @Emi: Il problema del figlio unico é vero e in Giappone se ne rendono conto, é un popolo che invecchia e non fa figli. Ho chiesto a Gumi ed a suo parere é legato sia al costo altissimo della vita sia al fatto che il lavoro porta via tutta la giornata (sai che i giapponesi sono workaholic). In piú negli ultimi anni c’é stata anche l’introduzione della donna nelle figure di spicco delle aziende.. e chi ha piú tempo per i figli?

  • Già, sembra davvero che i giapponesi conoscano a memoria il galateo. D’altro canto in loro compagnia non ci si sente mai a disagio e noi europei in questo abbiamo solo da imparare… Ma che ci dici dell’usanza di avere solo un figlio a testa? Cosa ne pensano i giapponesi?

  • Guarda, io sono precisa e pignola per natura, ma i giapponesi mi fanno “paura”…

  • DI GIA’ DUE MESI?????

  • Ho un libro bellissimo per te, “In Asia”, per assurdo sto leggendo la parte dedicata ai giapponesi proprio mentre sei via. Lo finisco tra poco e te lo passo, cosi “scambi” qualche parere con un grande scrittore (Terzani) che come te ha provato a comprendere questo popolo!
    ps, la mascherina di Hello Kitty va benissimo!!! Mi raccomando ricordati!! 🙂

  • Eh si, la cultura giapponese è totalmente diversa dalla nostra. Dai che te la sei cavata… a parte qualche calzino bucato magari… 😛