Rita

In questo momento mi verrebbe da abbracciare la signora Rita Clementi, per il coraggio di fare quello che ha fatto ma sopratutto per il coraggio di urlarlo al paese dell’antimeritocrazia, del bigottismo, dell’impunitá.
47 anni, tre figli, laurea in medicina con tanto di specializzazioni, Rita in Italia ha avuto soltanto una vita di contratti a termine e a progetto, co-co-co, e una lista infinita di consulenze varie. I suoi importanti titoli di studio poco hanno potuto contro il titolo di studio piú riconosciuto in Italia: La raccomandazione. La signora Rita se ne va oggi a lavorare a Boston, é stata assunta da un importante centro medico, in Italia nessuno ha prestato attenzione alle sue pubblicazioni sul Journal of medicine, alle sue scoperte sulle forme tumorali genetiche, al suo brevetto sui geni del linfoma, questi importanti passi nella carriera di un ricercatore sono stati completamente ignorati dai centri di ricerca italiani. Ha scritto una lettera e l’ha indirizzata a qualcuno che come lei é molto vicino alle muffe: Napolitano. In questa lettera ha espresso il suo disappunto, la sua delusione e la sua rabbbia, una lettera vera e che rappresenta non soltanto la realtá che molti fanno finta di non vedere ma anche un malumore che moltissimi come lei sentono e vorrebbero urlare. La lettera di Rita ha scatenato piú di 400 commenti sul sito del Corriere, moltissimi le hanno dato pieno supporto morale, altri, quelli a cui mi voglio rivolgere ora, l’hanno criticata per aver osato puntare il dito contro la societá universitaria italiana ed i suoi centri di ricerca (che lei ha definito cristallinamente “feudi privati”).
Io onestamente non capisco come si possa voler a tutti i costi difendere qualcosa che é marcio. Questi “difensori della patria” si inalberano di fronte a chi critica la ricerca in Italia (forse che sono loro i raccomandati?), sostengono che fuori dall’Italia si lavori peggio (e qua rido, le statistiche dicono il contrario), difendono il proprio paese piú per spirito di patriottismo che per altro. Ebbene cari patrioti, voi siete il marcio dell’Italia, voi che avete paura di mettere in dubbio le cose, che vedete e fate finta di non vedere, che vi adagiate sui divani di pelle con la certezza del lavoro fisso (=raccomandato), che assumete i figli dei parenti e fate ostruzionismo verso i giovani che ancora hanno la voglia di rimboccarsi le maniche e non vogliono accettare di vivere in un paese dove le tette sono piú importanti del cervello. Abbandonare il proprio paese non significa per forza farlo con piacere, riuscite ad immaginare i motivi dietro ad un espatrio compiuto a 47 anni? Ci pensate al cambiamento nella vita dei figli, alle relazioni sociali perse, ai rapporti familiari abbandonati, alle abitudini da abbandonare, allo shock culturale al quale si va incontro?
Rita ha sofferto e continuerá a soffrire per colpa vostra, eppure merita cosí tanto. E’ una vergogna che un paese che si definisce civile debba buttare sui propri cittadini il prezzo della propria incapacitá, del proprio disinteresse, della sua volontaria mercificazione dei valori morali collettivi. Se fossi il presidente Napolitano proverei oggi una profonda vergogna per aver ricevuto pubblicamente una lettera come questa. Sono vicinissimo alla signora Rita e le auguro tutto il successo che l’Italia non le vuole e non le puó dare:
In grosso bocca al lupo signora Rita. Lavori con il cuore, realizzi i suoi sogni, dimentichi il paese che l’ha fatta soffrire.

13 comments to Rita

  • carla

    ciao ho scoperto da poco questo blog e devo dire bravo Oby, mi piace come scrivi,gli argomenti che tratti e legandomi al tema di questo post, direi che, forse qualcuno mi dirà che sono pazza, ma anch’io voglio andarmene dall’italia. Non ne posso più di vivere in un paese dove avere un figlio per una donna diventa un handicap e non una ricchezza, dove i tuoi datori di lavoro che hanno personale in esubero (secondo loro), cercano di mettere in difficoltà gli elementi più deboli e fra quelli purtroppo ci sono le donne con figli, dove dopo dieci anni che lavori per la stessa ditta, dove ti sei spaccata la schiena e ancora te la stai spaccando per due euro al mese, dove devi chiedere favori ai nonni, che grazie a dio ci sono e fortunati chi li ha, altrimenti se dovessi rivolgerti a una baby sitter dovresti dare tutto il tuo stipendio a lei, dove se lavori devi anche dire grazie ai tuoi datori di lavoro che ti danno lo stipendiio per farti il culo…beh io dico BASTA! Non se ne può più di vivere come schiavi. Sono anglofila dall’età della ragione e la mia meta è Londra. Mollo tutto e ricomincio da lì. Voglio dare un futuro migliore a mio figlio, spero solo che, vivendo in uk non mi diventi un alcolizzato cronico come la maggior parte dei giovani brittanici.

  • Alberto

    Ops ho visto che il link al video di Youtube non funziona, la parentesi chiusa ovviamente NON è parte del link… oby per favore puoi correggere quando hai tempo? 🙂
    Poi se vuoi rimuovi questo commento.

    PS: Complimenti per il nuovo tema!

  • Alberto

    Io sono sempre portato a pensarla in positivo 🙂 e forse, chissà, qualcosa si sta muovendo…

    Mi riferisco alla candidatura di Ignazio Marino alle primarie del PD:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Ignazio_Marino
    http://www.facebook.com/profile.php?id=1131435159

    Ascoltando quanto ha dichiarato in più occasioni (il suo ultimo intervento è qui http://www.youtube.com/watch?v=a5kN5rvUZ78), posso proprio dire di condividere la totalità della sua linea politica. Tra i suoi ideali vi sono infatti la laicità dello stato e la promozione di ricerca e cultura (lui stesso è un famoso medico e studioso).

    Nel PD è appoggiato dal cosiddetto gruppo dei Piombini (l’ala giovanile), e io spero che queste voci nuove portino quella ventata di giovinezza e freschezza di cui tutti abbiamo bisogno per il rinnovamento della politica italiana. Se anche lui fallirà, non potremo proprio lamentarci di come siamo messi, perché la colpa è e rimarrà soltanto nostra.

  • L’america donerà alla signora in questione la possibilità di realizzarsi, ma sicuramente toglierà altre cose. Quello che voglio dire è che ogni paese ha il suo marcio, e l’america ne ha un sacco sicuramente..per dire, non so se vorrei un figlio americano, o un figlio inglese.

    La cosa triste dell’Italia è che non da ai suoi abitanti delle concrete possibilità di scelta basate sul riconoscimento di un merito. In Italia o fai come indicato dai piu potenti o “dai piu”, o te la prendi nel culo. E’ un paese di incarcerati, i più dei quali non se ne rendono nemmeno conto. La libertà è un’impressione, il lavaggio del cervello comincia nella culla.
    Concetti da terzo mondo. O da dittatura, se la vogliamo proprio mettere nero su bianco…

  • Dario

    L’Italia è un paese che sta andando incontro a una degenerazione antropologica irreversibile. Andrà sempre peggio…

    Obi, ci si risente da una vita… (dai tempi dell’Italiano Medio, mi pare)!

  • MaXiMo

    La realtà è davanti agli occhi di tutti, la società italiana è fortemente corporativa, dove la norma è il rapporto patronus/cliens e la moralità sdoppiata in pubblica (tutto è vietato) e privata (tutto è permesso). Gli italici accettano supinamente in quanto è l’unico modo di vivere che conoscono. Chi ha avuto la possibilità di vivere in altri paesi ed ha conosciuto altre realtà, è rimasto oppure è ritornato alla svelta per ritornare a vivere nella dicotomia servo-padrone.

  • No, non sono tutti raccomandati. C’è un bel po’ di sindrome di Stoccolma (o della “battered wife”, se preferisci).

    Sulla storia in questione non aggiungo altri commenti – non penso siano necessari.

  • mauri

    Concordo con tutto quello che hai scritto e quoto tutti i commenti..

    Che dire che non sia stato già detto? Viva la “fuga dei cervelli” da questo paese allo sfascio!

  • Io mi vergogno, sempre più spesso, di essere italiana. Spengo la radio indignata, spengo la Tv terribilmente amareggiata… Non si può fare molto di più: chi può DEVE andarsene. Come si può vivere in un paese dove si accusa l’opposizione di aver provocato un’ondata di critiche negative contro il nostro paese e il suo capo del governo, di aver leso all’immagine e al buon nome dell’Italia? Leggere il romanzo di Orwell e provarlo sulla propria pelle NON è la stessa cosa. E’ davvero molto più terribile: Orwell lo chiama “doublethinking” … fra un pò ci chiederanno di credere che 1 + 1 = 3! HELP!!!

  • La signore Rita ha tutta la mia solidarietà per quello che può valere purtroppo!

  • Questo è l’ennesimo esempio del marcio che c’è in Italia. Auguro a questa signora il meglio e la ammiro per aver mandato questa lettera, ha pienamente ragione.

  • Sergio

    Oby, come al solito applaudo per quello che scrivi, volevo solo aggiungere un commento in merito alla conclusione del tuo intervento. Tu scrivi:

    “Se fossi il presidente Napolitano proverei oggi una profonda vergogna per aver ricevuto pubblicamente una lettera come questa”

    Forse non sai che la vergogna non esiste più in Italia, probabilmente proporranno la cancellazione della parola dal vocabolario della lingua italiana tramite decreto. Poi Berlusconi porrà la fiducia e lo trasformerà in legge in parlamento, infine se proveremo a rivolgerci alla corte costituzionale troveremo i commensali di Berlusconi che rigetteranno il ricorso.