Ogni tanto anche la mia cittá natale torna alla ribalta della cronaca.
Certo, non fa niente se l’ultima volta che avevate letto il nome “Bergamo” nei titoli di qualche articolo nazionale era per illustrare come la giunta leghista aveva vietato l’apertura di Kebab e Call centers in centro “per prevenire problemi di sicurezza date dalle loro frequentazioni”. E non fa niente se la volta prima era per riportare che la Sacbo, societá di gestione dell’aeroporto di Orio, aveva fatto da base operativa principale ad una compagnia aerea (Myair) indebitata per milioni di euro e facente capo a dirigenti giá indagati per bancarotta fradulenta per un’altra compagnia aerea (Volareweb) senza essersi casualmente mai accorti di niente. E non fa niente se la volta prima ancora era perché Bergamo celebrava da eroe e con tutti gli onori della cronaca il figlio di un emigrato bergamasco diventato un presidente golpista ex carcerato e sotto mandato di cattura.
Se non si é capito a Bergamo sono molto molto introspettivi, diciamo riservati. Forse anche un tantino territoriali. Forse é per questo che sono tanto bravi a costruire muri (non so se lo sapete, ma un muro costruito da un bergamasco non viene giú neanche con le cannonate! Probabilmente qualche bergamasco era stato anche coinvolto nell’opera di erezione della muraglia cinese perché se no non si spiega come possa essere rimasta in piedi tanto a lungo).
Ad ogni modo la notizia della quale vi voglio parlare oggi, la notizia che ha nuovamente portato Bergamo all’attenzione della cronaca nazionale, é che in un comune bergamasco di 6mila abitanti chiamato Ponteranica (dove abita mia zia) hanno deciso di cambiare il nome della biblioteca. Eh beh, sinceramente si tratta di una notiziona, lo so, solo i bergamaschi sanno catturare le ribalte della cronaca per cosí poco. Come quando Paris Hilton dice che soffre di stitichezza e tutti subito fanno girare la voce perché é la stitichezza di Paris Hilton, e non quella della mia zia di Ponteranica, ad esempio. No, il motivo per cui questo cambio di nome é stato riportato é in realtá perché il nuovo sindaco leghista ha deciso di rimuovere la precedente targa dedicata a Peppino Impastato (nel caso non si sapesse: Impastato era un attivista antimafia, nato in una famiglia mafiosa che ha rinnegato per principio, infine fatto saltare per aria con il tritolo per le sue denunce scomode) e di sostituirla con quella di un prete, perché mentre il primo era siciliano.. il secondo era bergamasco. Eh beh, non c’é paragone vi pare? No, davvero: Ma quanto si puó essere superficiali??
Ora, una targa é una targa, e vale quel che vale. Non credo che cambierá nulla chiamando una biblioteca con un nome o nell’altro. Peró é ovvio che é il pensiero dietro al gesto che fa sfociare il mio dispiacere e non la targa in sé stessa: Non si puó pensare che una persona abbia piú bisogno di essere ricordata rispetto ad un’altra perché la prima é stata geograficamente piú vicina, semmai é vero il contrario. E da italiano non mi posso non stupire di fronte ad un’istituzione culturale che come esempio ai giovani rimuove il tributo ad un martire della societá moderna per fornirlo ad un prelato che, con tutto il dovuto rispetto, per le istituzioni e la repubblica italiana non ha fatto un benemerito cazzo. E lo dico alla luce del fatto che dopo aver speso ore a cercare per la rete uno straccio di informazione sulla vita di questo assolutamente anonimo Padre Giancarlo Baggi la cosa piú vicina che ho trovato é una pubblicitá di un negozio di parrucchiere per uomo in via Masone 4. Ma un parrucchiere rispettabile eh, non uno che passa cosí per la strada, uno che quasi quasi gli si potrebbe dedicare una targa.
Quello che penso della lega e dei leghisti l’ho già scritto in precedenza. In merito a questo fatto di Bergamo vorrei solo aggiungere, avendo la “fortuna” di conoscere personalmente vari leghisti doc (qui per Verona si rischia di incontrane molti in verità) che il 99% dei leghisti non solo non sa chi è Peppino Impastato, ma la cosa assai più grave è che NON lo vuole sapere. E’ questo il problema secondo me, vale a dire la vecchia storia del “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
Oby concordo sempre in pieno con quanto scrivi. La gente terrorizzata crede a chiunque racconti loro la prima favoletta che porti un po’ di sollievo… e rimane a crogiolarsi nella sua felice ignoranza.
Credo che tra i cittadini bergamaschi ci siano molti disinformati e la disinformazione generi ignoranza e l’ignoranza generi paura. Purtoppo é mio parere che la lega sia tristemente specializzata nel fare leva sulla disinformazione per ottenere il consenso dei cittadini, e nel caso in questione temo che molta gente di Ponteranica non sappia nemmeno chi sia Peppino Impastato e nessuno si sia preso la briga di informarli, probabilmente il sindaco zelante ha semplicemente detto ai cittadini che avrebbero titolato la biblioteca al prete locale morto nel 2000 e che tutti conoscevano, ottenendo ovviamente i consensi generali ed ammirazione. Si mistifica insomma la realtá creando favole che alla gente piace ascoltare, e questo puó finire solo nel momento in cui qualcuno racconta come sta la cruda veritá. Spero che qualcuno a Ponteranica svegli i suoi concittadini, e mi spiace che questo non sará di certo il sindaco né la sua giunta.
Pure in Scozia si accorgono che “qualcosa” non funziona nemmeno tra noi italiani……
http://italiadallestero.info/archives/7405.
Mah….non so piu’ che pensare, forse e’ troppo presto per aspettarsi un “sentimento comune” nei confronti dell’unita’ nazionale, o forse ha ragione chi dice che e’ stata fatta l’italia ma non gli italiani.
Ma tu lo sai, vero, che se chiedi, non dico al famoso italiano medio, ma al prof. di storia medio, chi sia Peppino Impastato, non sa risponderti???
Il problema non è solo quell’enorme tumore che è la Lega (oltretutto solo uno dei tanti tumori d’Italia), ma un problema viscerale, secondo cui, in Italia, c’è questo pallino dell’appartenenza a qualcosa, o a qualcuno.
Sono stata a Londra solo 6 giorni, ad agosto, era la prima volta. Tra un pub, un locale blues, e mille visite turistiche (ci stanno, era la prima volta) mi sono innamorata di quella città.
Tornata in Italia, ho detto a tutti “appena mi laureo, trovo lavoro, mi faccio un mazzo tanto per mettermi su l’indispensabile, e poi me ne vado”.
La risposta: “tu sei scema, come l’Italia non ce n’è, tu appartieni a questo mondo, vuoi mettere la pasta??”
Vuoi mettere la pasta?
No comment.
Quel manifesto gira anche dalle mie parti!
Hai ragione la memoria di persone eccezionali, che hanno fatto qualche cosa fuori dal comune dovrebbe andare al di là della loro provenienza, i meriti non dovrebbero essere condizionati dal luogo di nascita.
Questa politica popular-demagogica sta dando i suoi frutti, soprattutto in una nazione dove ormai si appronfodiscono solo discorsi che riguardano Paris Hilton o la Canalis, non credo che si fermeranno tanto presto.. Sicuramente non lo faranno finchè con queste boiate otterranno voti.
Questo sindaco, penso, sia ricaduto nella sindrome di moltissimi amministratori eletti sotto il simbolo di Alberto da Giussano di ‘fare per forza qualcosa di leghista’ durante il proprio mandato. Tristemente ricordano quei vecchi cinegiornali di propaganda dove la ‘crema’ dei gerarchi fascisti veniva ripresa in mutandoni e canottiera a compiere ‘arditi’ esercizi ginnici per mostrare quanto ‘gagliarda’ era la stirpe italica (ovvio l’unica cosa ardita era il ridicolo di gente in chiaro sovrappeso alle prese con attività fisica svolta senza problema da un bambino di 6 anni).