Lo so che ne ho parlato giá mille volte dello stato putrefacente dell’universitá e del mondo lavorativo in Italia e dei sentimenti di chi non vorrebbe che fosse cosí, di cosa si prova a combattere contro muri di indifferenza per avere in cambio un briciolo di riconoscimento, di chi vorrebbe vivere in un paese che prova a migliorare le cose, di chi é stanco di assistere al mostro del nepotismo sfamato quodianamente da grassi magnati del potere, di chi é stanco che tutto questo venga ignorato da chi dovrebbe impegnarsi a far funzionare un paese ed invece lo usa come squallido mezzo per centrare i propri interessi personali.
Ho scritto della signora Rita, dei due neoroscienziati pugliesi, ed oggi scrivo del signor Pier Luigi Celli, direttore della Libera Universitá Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli, che ha pubblicato una lettera aperta al proprio figlio nella quale oltre a congratularsi per la raggiunta del capolinea dei suoi studi universitari lo esorta a cercare una carriera lavorativa.. all’estero.
Eh sí, fa specie che il direttore di un’universitá inviti il proprio figlio a cercare una carriera lavorativa oltre confine, forse anche per questo la lettera ha scatenato tante discussioni in rete (ma mai tali da ottenere una rilevanza giornalistica superiore alla notizia del giorno su Cristian De Sica e Belen Rodriguez), ed ottiene la duplice funzione di dare grande credibilitá alla situazione riportata e un senso di inevitabile arrendevolezza di fronte al sistema ormai marcio a livello nazionale.
Non posso ovviamente negare di trovarmi perfettamente d’accordo con quanto il signor Celli scrive nella sua lettera (vi invito a leggerla, é quasi toccante) anzi é esattamente quanto direi io a mio figlio. Ma la cosa che fa piú male, come sempre, non é realizzare che il problema esiste, bensí che pochi, pochissimi di quelli che ne sono coinvolti sono poi effettivamente interessati a risolverlo. Quelli che hanno qualcosa da dire, quelli che esprimono malinconia, disagio, rabbia, sono gli stessi che hanno mollato, quelli che se ne sono andati, quelli che oggi sono responsabili di laboratorio e ricercatori scientifici in America e in Gran Bretagna e che vorrebbero per i propri figli un destino in una vita non da rifugiati o emarginati. Riempiono pagine di commenti sui siti delle testate giornalistiche che riportano queste notizia, scrivono lettere a governi e associazioni, partecipano a manifestazioni di protesta. Ma gli altri, gli altri….
Gli italiani sono ormai addestrati nell’arte della sopravvivenza personale, le pugnalate alle spalle sono all’ordine del giorno, non esiste alcun senso di bene collettivo, lo Stato é il nemico, il truffatore viene chiamato furbo e l’onesto viene chiamato ingenuo, i mafiosi sono i nuovi eroi di stato e uomini corrotti e falsi sono diventati i rappresentanti di una nazione, il marcio é insinuato nei cervelli a livello di subconscio, l’apparenza é diventata sostanza, la sostanza futilitá, la spietatezza il pregio da coltivare e il buonismo il difetto da reprimere. L’obiettivo non é piú combattere la disonestá ma imparare a praticarla. Cosa ne sará di questo paese? Un paese in mano ai furbi puó soltanto generare altri furbi.
per Marco: non sono assolutamente d’accordo con te; è vero che il tizio ha detto cose giuste ma penso sia fondamentale anche chi sia a lanciare un messaggio, ovvero penso debba esserci una forma di coerenza tra ciò che si è o si è fatto e ciò che si dice; in altre parole non potremmo mai sentir parlare Fede di ruffiani o un Marrazzo di moralità sessuale (sono solo esempi, per me chiunque può fare ciò che vuole nei limiti della propria libertà individuale) e quindi sentir parlare gente ammanicata che è stata dentro un sistema malato, nel caso quello dell’istruzione, di come le cose vanno male a me, che sono stato costretto ad andarmene fuori mi fa girare i coXXXXni…
ciao
Ok, no problem.
Ma quello che intendo e’ che il fatto che Celli cerchi di sponsorizzarsi un libro facendosi pubblicita’ con un articolo e’ un qualcosa sulla quale si puo’ sorvolare abbastanza. L’argomento discusso e’ superiore all’influenza (minima: tutto alla fine ruota intorno all’arcaico sistema di contratti di lavoro che c’e’ in Italia) che lui ha sull’argomento, per cui e’ logico che a me interessi meno andarne a cavar fuori l’ipocrisia.
Il papa che parla di fame nel mondo o di sessualita’ ha un potere enorme su questi temi (inutile dire di quanti soldi il papa possa gestire, non solo portare addosso) ed un’eventuale atteggiamento ambiguo si noterebbe maggiormente.
Il fruttivendolo che va a prostitute ma poi si lamenta di atti osceni in luogo pubblico e’ meno ipocrita di chi si inventa leggi antiprostituzione e poi si porta le generosissime a casa (chiusa).
Ecco, quello che intendo dire e’ che da noi capita molto spesso che questi personaggi, del tutto sconosciuti anche se alti manager (anche da me, romano: chi lo conosceva ‘sto Celli?), diventino famosi solo perche’, onde evitare la discussione sull’argomento, si preferisce annebbiare quest’ultima dietro al proferitore.
Ovvio che se fosse stato un Andreotti qualunque a dirmi queste cose avrei strappato la pagina del giornale all’istante.
Marco: E’ vero che quello che dice Celli é giusto ed é vero che lo é a prescindere dall’ugola pronunciante, ma non dó neanche addosso a chi fa notare l’ugola pronunciante perché dopotutto é lo stesso che faccio io ogni qualvolta il papa apre bocca per parlare di fame nel mondo.. 😛
Non capisco perche’ in molti discutano di Celli e non di quello che dice.
Celli potra’ essere pure un poco di buono (ma non governa il paese…), ma quello che dice e’ giusto a prescindere dall’ugola pronunciante.
Anche questo “meta” discutere (ossia discutere intorno alla discussione, al di fuori della materia di discussione in se’) e’ un po’ un vizio del nostro popolo.
A quanto pare stanno istituzionalizzando il nepotismo:
http://italiadallestero.info/archives/8488
Che enorme passo avanti, prima era solo un segreto di Pulcinella….
Oby & Tytania: non voglio scadere nel solito qualunquismo ma ormai lo avrete capito anche voi, e’ OVVIO che tale articolo non puo’ avere rilevanza giornalistica, non vorranno mica che la gente apra gli occhi vero?
Oggi Napolitano ne ha sparata una delle sue:
http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_03/napolitano-giovani-non-lasciate-italia_c8439734-dff9-11de-9712-00144f02aabc.shtml
Belle parole eh? Notare i commenti (e notare che l’articolo e’ gia’ a fondo pagina quasi invisibile),
Duhangst: La nostra furbizia si sta gia’ ritorcendo contro di noi. Ma anche la nostra pigrizia. Ne ho vista di gente accontentarsi di 800 euro al mese pur essendo capaci ed avendo anche una laurea. In Francia scoppio’ un mezzo casino quando stavano per promulgare una legge decisamente piu’ leggera della ns Biagi.
Se andiamo avanti cosi’ diventeremo il cimitero degli elefanti (quando lo dico in giro mi prendono per scemo).
Ciao matteo, sono d’accordo con quanto dice Celli, ma assolutamente in disaccordo col fatto che sia lui a dirlo, dobbiamo anche sentirci le prediche di questa gente che ha fatto del nepotismo italiano un cancro assoluto, che ha disintegrato un paese e che alla fine ti vuole anche fare la morale..lo vada a dire a tutti quei ricercatori che in italia venivano puntualmente superati ai concorsi pubblici dal figlio di questo e dall’amico di quest’altro…tanto per il figlio un posto in italia con un ottimo stipendio e prospettive future si troverá senz’altro…ne ho veramente le scatole piene dell’ipocrisia di questa gente!
A differenza di Iacopo io non giudico nessuno. Probabilmente anche Celli avrà fatto le sue schifezze e, immagino, se ne sia pentito se ha scritto questa lettera. Non importa ciò che ha fatto o non ha fatto in passato, la sua lettera ha significato indipendentemente da questo. Forse solo chi non sbaglia può denunciare una situazione? Si può sbagliare, accorgersi dei propri errori e cercare di dare un contributo per cambiare una situazione. La vita è più complicata di qualsiasi giudizio possiamo fare.
Più che altro credo che in un paese come l’Italia dove la maggiorparte degli italiani ha votato uno come Berlusconi non possiamo aspettarci altro. Lui è il re degli intrallazzi, delle veline e dei tronisti, dei falsi in bilancio, dei nepotismi, ecc… sono tutte cose che lui negli anni ha posto in essere a suo favore. L’Italia non è che lo specchio di questo.
Io faccio il mio piccolo lavoro nel miglior modo possibile, cercando di tornare a casa alla sera con un senso di soddisfazione per me stesso. Vedo gente senza meriti passarmi davanti, ma per me l’importante è aver fatto le cose che dovevo fare al meglio delle mie possibilità. Il bello è che così mi sento libero… libero dalle loro schifezze, dai loro intrallazzi, che porteranno anche soldi e potere, ma non mi farebbero dormire per niente tranquillo.
Sì, finchè la furbizia non si ritorcerà contro al paese stesso mandandolo allo sfascio..
la lettera ha scatenato tante discussioni in rete (ma mai tali da ottenere una rilevanza giornalistica superiore alla notizia del giorno su Cristian De Sica e Belen Rodriguez)
ecco, questo mi ha fatto particolarmente male perchè è vero ed è assurdo che lo sia.
Iacopo quel che dici é vero. Mi sono fermato piuttosto ad analizzare il contenuto, ma bisognerebbe aprire il discorso del perché questa lettera da questo personaggio. Sono certo che Celli poteva (potrebbe) imbucare suo figlio facilmente in qualche posto di importanza e rispetto senza bisogno di uscirsene con questa lettera. E allora che ruolo assume questa lettera? Forse é una lettera di resa? Una sorta di ammissione di colpa? Un tentativo tardivo di correggere il tiro? Forse non lo sapremo mai. La cosa che a me ha colpito di piú e continua a colpirmi é certamente la poca attenzione dei media e dei cittadini per argomenti del genere.
Però fa specie che uno come Celli, che ha goduto di tutti i privilegi del potere, adesso si permetta di scrivere una lettera del genere. Forse quando era DG della RAI ha fatto qualcosa per rendere questo paese un posto migliore?
Sono tanti che cercano di farsi una verginità in questo ennesimo crepuscolo di regime, ma prima, dov’erano?