Quando si utilizza l’espressione “Milano da bere” bisogna ricordare che prima di assumere il significato negativo che le si é associato con lo scandalo di tangentopoli nei primi anni ’90, la stessa voleva inizialmente rappresentare un elogio allo sviluppo degli ambienti “bene”, all’ascesa economica di certi ceti sociali, al decentramento del potere ed al successo degli audaci, alla ricerca del prestigio, all’anima trend e possibilista della cittá. Il modo in cui il “sogno” venduto dal famoso spot tv sia stato poi estrapolato e “messo in pratica” dagli italiani credo definisca perfettamente l’idea che questi ultimi hanno hanno della “scalata alla carriera” una volta applicata al mondo reale (é la stessa idea che hanno oggi, dopotutto).
Se dovessimo invece cercare una cittá cittá piú adatta all’espressione “da bere”, credo risulterebbe oggi piú associabile Londra, che ricalca meglio l’immagine della cittá possibilista (possibilmente anche meno disonesta e piú meritocratica).
Ad esempio, dopo la disfatta del precedente governo Labour e la successiva ascesa al potere dello scintillante rivale conservatore David Cameron, ieri mattina i britannici si sono svegliati con un nuovo capo dell’opposizione: Ed Miliband.
Il signor Miliband ha 40 anni, é nato a Londra, figlio di immigrati ebrei e marxisti, ha studiato alla London School of Economics, é giovane, colto, intelligente; il suo partito l’ha eletto per quello che vale, senza guardare il suo cognome o la sua etá.
David Cameron, dal carrozzone del vincitore, sa perfettamente che presto dovrá correre ai ripari: il malcontento sta crescendo rapidamente sotto il governo in carica a causa dei pesanti tagli–comunque necessari, anche se lo si tende a scordare facilmente–al settore pubblico.
Miliband si fa vanto di essere “uomo di sinistra”: vuole pareggiare il divario tra il ricco ed il povero, usa il termine “investire” invece di “tagliare”, é ambizioso; dice di voler “fare alla sinistra ció che la Tatcher fece alla destra”.
Insomma, politicamente se ne pensi quel che se ne pensi, ma da osservatore della politica italiana non posso fare a meno di notare come entrambi i leader di governo ed opposizione in questione si siano fatti da soli: sono giovani (David Cameron ha 43 anni), non sono figli di politici, non hanno un cognomi celebri, hanno passione, dinamicitá, coraggio, voglia di fare. Piú di tutto hanno idee. E basta guardarsi attorno per scoprire che come loro ce ne sono a migliaia, sono ovunque: sono studenti universitari, sono editorialisti, sono giornalisti televisivi, sono imprenditori in erba; sono tanti ed inarrestabili e non hanno paura di combattere perché sanno che tra di loro qualcuno emergerá, avrá successo e lascerá il segno. Se non é questa la Londra da bere!
beh? anche noi abbiamo un premier giovane, bello e carismatico, supportato da una sapiente classe politica che mette il bene dello stato e dei suoi cittadini al primo posto e con una opposizione che funge da garante e controllore …dite che come ironia è troppo spinta? 🙂
magari averceli noi politici (onesti) di 40 anni…
Intanto qui in Italia bevo un antiacido/digestivo prima di ascoltare la parte di politica interna del telegiornare per non avere travasi gastrici…
mi pare, a pelle, che abbia vinto il Miliband giusto.
Cameron, a 43 anni, è il più giovane PM Britannico della storia, ma solo di pochi mesi rispetto all’età che aveva Blair quando fu eletto, quindi direi che non è un caso…
A questa età nello stivale puoi solo giocare in nazionale (vista la media della squadra)
è per questo che amo LONDRA e l’UK….
Ho sempre invidiato la dinamicità della politica inglese, la sua capacità di lanciare giovani, tutto il contrario di quello che succede qua.