Siamo molto fortunati.
Abbiamo la fortuna di essere adulti e consapevoli, nel centro di un periodo storico che verrá ricordato per sempre.
“Arab Spring”, lo chiamano i giornali. E’ la serie di eventi nati e susseguitisi dalla prima, singola, rivolta popolare in Tunisia e che, come un castello di carte, ha travolto Egitto, Libia, Siria, Yemen, Algeria, Iran, Bahrain, Sudan; un battito di ali di farfalla che ha scatenato un inarrestabile uragano.
Ad occhiata superficiale potrebbe passare come un fenomeno riguardante soltanto il mondo arabo (seppur, converrete, indirettamente riguarda comunque tutto il resto del mondo); tuttavia ad aggiungersi a questa ondata di “cambiamento” sono giunti altri unici, storici, avvenimenti, proprio nel nostro “avanzato” occidente. Il 29 Aprile in Inghilterra si é celebrato il piú grande matrimonio della nostra generazione; il 2 maggio gli Stati Uniti hanno annunciato di avere finalmente ucciso il piú ricercato terrorista del mondo; il 18 maggio il Regno Unito – sotto forma della Regina Elisabetta – ha simbolicamente chiesto all’Irlanda di dimenticare i torti passati e voltare pagina; il 26 maggio le forze di sicurezza serbe hanno annunciato di avere catturato l’uomo accusato del piú grande genocidio d’Europa dopo la seconda guerra mondiale.
Questi eventi hanno qualcosa in comune, qualcosa che li distingue dalle altre notizie solitamente riportate dai giornali e sopratutto che li rende rari: sono buone notizie; sono percepite come tali dalla gente che le legge e questo fa aumentare l’umore, la felicitá, la voglia di vivere il presente. Personalmente, prima di questo maggio, non ricordo un’altra occasione in cui, aprendo il giornale, io possa avere detto di trovare in prima pagina una buona notizia.
Il nostro mondo sta cambiando, ma in maniera diversa rispetto al passato. Non é piú come alla caduta delle torri gemelle, quando tutto era coperto dallo spettro del terrore: stavolta non sembra esserci quel velo di incertezza, di paura, di indugio: si ha la sensazione di vivere in un posto un po’ piú sicuro, con gente un po’ piú buona, un po’ piú serena, un po’ meno pessimista.
Alcuni credono che l’uccisione di Osama Bin Laden abbia sostanzialmente concluso l’epoca del terrore cominciata l’undici settembre di dieci anni fa. Forse é cosí. Forse ora al tavolo delle decisioni, dei cambiamenti, si é seduto il mondo arabo.
Resta il fatto che il vento di ottimismo soffia anche su di noi, su tutto il mondo occidentale, e qualcosa scatena anche da noi.
Persino in realtá nazionali come l’Italia, ventennalmente aggrappata a convinzioni politiche slegate da alcun tipo di ideali piuttosto che ad interessi personali e sputtanamenti reciproci, sembra che qualcuno si sia svegliato. Non ha importanza che la sinistra abbia sconfitto la destra o meno (come se in Italia esistessero la destra e la sinistra…), che superficiali ideologie su musulmani o comunisti abbiano la meglio su mentalitá imprenditoriali ed affaristiche: quel che conta, quel che voglio credere, é che sia finita l’epoca in cui si poteva dare per scontato che un ruolo di rilevanza amministrativa autorizzasse la persona in carica a farsi i fatti propri. Per questo a quelli che dicono: “Pisapia ha vinto a Milano non perché la gente lo volesse votare ma perché ci si voleva liberare della Moratti” io rispondo “Bene, meglio, speriamo sia proprio cosí!” perché se vogliamo credere che i milanesi siano tutti imprenditori e vogliano tutti a votare per la (presunta) destra, allora acquista ancora piú valore il sacrificio che hanno fatto per liberarsi di una persona come la Moratti votando la (presunta) sinistra. Spero veramente che questo sia il messaggio che gli italiani abbiano voluto mandare, e che prendendo spunto dal vento di ottimismo si siano in qualche modo accorti che votare opportunisti, nepotisti e affaristi non conviene alla collettivitá, che abbiano preso la spinta per cambiare la propria mentalitá (in primis) e proiettarla verso le persone che elegge in carica come conseguenza. Sono un illuso? E’ un cambiamento troppo repentino per un popolo come quello italiano? Forse.
Anche un’elezione a Napoli come quella di De Magistris, dopo che per cinque anni i napoletani hanno convissuto con due figure …. archeologiche (per usare un termine morbido) come la Iervolino e Bassolino… voglio dire: se non é cambiamento questo! La Iervolino mi auguro l’abbiano riportata a Woodstock, da dove era venuta; Bassolino l’avrei messo a liberare Napoli dai rifiuti con la pinzetta dell’Allegro Chirurgo fino a che per strada non fosse rimasta neanche la carta di un Pocket Coffee.
Comunque De Magistris era Eurodeputato e comprendo chi sostiene che ha in un certo senso disatteso chi lo aveva portato in Europarlamento; ma, personalmente, ho visitato Napoli meno di due anni fa e ne sono uscito con le mani nei capelli: cari amici napoletani, senza offesa, di uno come De Magistris ne avete bisogno, ve lo cediamo volentieri, in Europarlamento ne faremo a meno. Per quanto amministrativamente sconsigliato, forse un ex-magistrato come sindaco non é proprio cosí male in una cittá che praticamente é il Far West moderno.
Per quanto riguarda il sottoscritto, in tutta questa ventata di ottimismo: osservo, leggo, ascolto, un po’ anche me la rido. Certamente resto ancorato alla mia felice isola londinese. Ma se riuscite a liberarvi anche di Berlusconi fatemi un fischio eh, magari scendo per un caffé; dopo che sará finita la quarantena ovviamente.
Ciao disadattato,
mi piace questa discussione. Mi piace parlare di un futuro che abbia il sapore dell’oggi. I risultati dei referendum, inaspettati per quella classe politica che non rappresenta altri che sè stessa, sono la conferma di un rapido cambiamento in atto.
Gli storici chiameranno gli anni trascorsi gli anni della paura…perchè è così che i media ce li hanno raccontati, imponendoci un punto di vista.
In alcune cose sarei anche d’accordo con Apolide…non ci sono, in effetti, uomini nuovi ma credo che sia cambiato il punto di vista. Soprattutto quello della gente, che è l’unica cosa che conta veramente. La preoccupazione di molti senior per la salute e i diritti dei propri junior, testiomoniata dai referendum, mi sembra un dato interessante…
Ciao
ciao Oby, condivido la tua analisi, forse perchè siamo degli inguaribili ottimisti e vediamo il buono in qualunque cosa (a differenza di Apolide). io spero che questo sia solo l’inizio per l’italia: il mio desiderio è di poter viaggiare per il mondo senza provare un pò di vergogna quando mi chiedono ” where’u come from?”.
Leggo i giornali, ascolto la radio e guardo la TV (molto poca a dire il vero) e rimango sempre più stupito…Da un lato i vincitori a stappare bottiglie, a festeggiare non capendo per quanto riguarda Milano e Napoli, città cadute negli anni in una decadenza in termini di vivibilità e legalità senza fine, di dover affrontare il governo di situazioni difficili e spesso incancrenite. Forse maggiore sobrietà e consapevolezza di non aver sconfitto il BauBau ma avere ricevuto dai cittadini l’onere di far rinascere delle città cadute in oblio non farebbe male. Dall’altra una classe politica allo sbando, perdente in quanto occupata nella loro intierezza a fare gli ‘affari’ loro, consapevoli solo di aver perso a causa di un ministro non disposto a leggi mancia ed elargizioni in grado di accontentare tutti (una volta, ai tempi della contrapposizione dei due blocchi questo stile di governo era giustificato per mantenere la ‘pace sociale’….). Perchè il voto degli italiani deve essere comprato, indifferentemente dal lasciare un debito spaventoso, costruire opere inutili e mai finite, creare pozzi neri di denaro dove la criminilatià organizzata possa attingere a piene mani. Solo in questo modo i nostri politici sono stati abituati a capire la politica, comprare consenso in quanto il popolo italiano è ben disposto a vendere il proprio voto, lamentandosi poi che se piove è colpa del governo ladro.
Risus abundat in ora stultorum. Un ex terrorista ed un magistrato buono solo a sprecare soldi pubblici in inchieste finite in enormi bolle di sapone. Se questo è il “cambiamento” che vi fa commuovere, siete peggio dei decerebrati a stelle e strisce che hanno portato la brutta copia di Carter alla Casa Bianca. Sulla cosiddetta “destra” stendo un velo pietoso per evitare il turpiloquio. “Cambiamento”? Parliamo di suicidio politico di una “classe dirigente” buona solo a baciare la pantofola di un gran capo rivelatosi bravo solo a vendere fumo e prendere in giro i liberali veri (come il sottoscritto) che nella rivoluzione del 1994 (poveri stolti) ci avevano creduto lo stesso. Con una destra degna di questo nome, Pisapia e Demagistris avrebbero preso percentuali da prefisso telefonico. Anzi, nemmeno si sarebbero presentati, visto che la sinistra “normale” (mai pervenuta in Italia) avrebbe presentato candidati ragionevoli e non i soliti apparatchik riciclati. Insomma, contenti voi contenti tutti. Vedremo quanto rideranno i vostri amici quando, tornati a casa dalla piazza, troveranno ancora più tasse, ancora più sprechi e ancora più amici degli amici in carrozzoni pubblici. Svendola ha già iniziato in Puglia e qualcuno vorrebbe portarlo a Palazzo Chigi. Ma sì, continuiamo a farci del male…
Come ho giá detto nell’articolo, non credo nemmeno che in Italia ci sia una destra ed una sinistra: la destra e la sinistra le si vedono qua nel Regno Unito dove diverse correnti hanno diverse idee su come mandare avanti il paese, ed in base a queste idee vengono elette. In Italia i partiti non hanno nessuna idea e nessun programma elettorale, i politici vengono eletti in base a quanto la loro faccia viene mostrata in TV, ed una volta eletti fanno i propri interessi. I programmi elettorali sono basati sulla diffamazione dell’avversario, non sulle idee. Insomma in Italia non si vota un politico, si vota il ladro che si conosce.
Detto questo, non me ne potrebbe fregare di meno se in carica c’é la (presunta) destra o la (presunta) sinistra, ma dopo che per ANNI ci sono state le stesse persone in carica e non é cambiata una ceppa (sí, qualcosa é cambiato: si sono introdotti gli illeciti amministrativi come stile di vita), riuscirei a rallegrarmi anche se mettessero in carica Superpippo e la Maga Magó. E’ un sogno vano, tu dici, e magari avrai ragione. Intanto qualcosa é cambiato. Tanto le tasse dovranno aumentare lo stesso (questo, o chi non le paga dovrá iniziare a pagarle) altrimenti non mi spiego come si esce da un debito pubblico al 120% del PIL.
Apolide, sbilanciandoti un po’, vedresti qualcuno (uno o piu’ d’uno) in grado di poter dare una svolta all’attuale situazione italiana?
Ero commossa ieri sera davanti alla tv, lo ero perchè, come tanti, ho interpretato la vittoria dei vari sindaci in diverse regioni italiane, come la voglia di un cambiamento non come la vittoria della sinistra in cui, ahimè, non credo più da anni, in cui non mi trovo più rappresentata, ma come la volontà e la speranza in un futuro diverso, in un’Italia forse non migliore, ma slegata da un passato che ci ha solo trascinato a fondo…sono commossa anche adesso che scrivo, perchè spero..e sogno ed era da tanto, troppo tempo che non riuscivo più a farlo.