Le celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’Unitá d’Italia sono ormai alle porte.
Verrebbe quasi voglia di festeggiare.
..se non fosse per il fatto che manca l’unitá degli italiani.
Secondo il sondaggio di Mannheimer sul Corriere della Sera oltre la metá degli italiani ritiene che non esista un “popolo italiano”. Un 32% sostiene addirittura che l’unitá d’Italia abbia fatto perdere i valori e le tradizioni locali. Certo, qualcuno potrebbe anche domandarsi se quel 32% di internauti includa anche quei giovani che sottoscrivono pagine facebook dai titoli quali “Vogliamo Starbucks in Italia!!!!111” e “Sottoscrivi per avere tanti negozi Abercrombie & Fitch nella tua cittá!!!!11!!111+1!“, ma questi sono fenomeni che un sondaggio non ha speranze di poter spiegare.
Diciamo che in primis trovo a dir poco curioso che l’italiano non si senta tale, che professi la propria regionalitá e rinneghi la propria nazionalitá quando poi con fierezza rivendica tutta una serie di comportamenti che rappresentano la quint’essenza dell’italianitá. L’italiano non si ritiene italiano ma quando c’é da festeggiare la nazionale “dai che distruggiamo qualsiasi cosa ci capiti a tiro”, quando c’é da dare la caccia all’immigrato “passami il fucile”, quando c’e un concorso pubblico “ti raccomando la raccomandazione”, quando c’é un omicidio “via col televoto”, quando c’é da evadere le tasse “ogni lasciata é persa” e quando c’é la manovra perché tutti evadono “governo ladro”
Ci sono mille comportamenti nei quali la stragrande maggiorande degli italiani rientra. Eh, allora scusate ma un popolo italiano c’é.
L’italiano medio non sa di esserlo o non vuole esserlo.
Forse se ne vergogna soltanto in casa propria, dato che all’estero se ne vanta con toni iperbolici.
Certo, se consideriamo che in una qualsiasi struttura sociale l’esempio viene sempre dato dall’alto allora la mancanza di italianitá sembra quasi acquistare un senso. Non appare infatti strano per gli italiani essere rappresentati da un ministro celebre per essersi vantato di aver usato la bandiera tricolore per pulirsi il culo, per aver identificato la capitale nazionale come il cuore del male del paese, per aver pubblicizzato cerimonie pagane in un paese di cattolici dando allo stesso tempo guerra alle religioni degli immigrati, per aver predicato ostentatamente la scissione federale dello stesso stato che come pubblico ministro dovrebbe rappresentare.
Agli italiani non pare nemmeno strano che lo stesso anno in cui si celebrerá il 150esimo anniversario dell’Unitá d’Italia si promulgherá probabilmente la legge sul federalismo fiscale.
Certamente un paradosso agli occhi di uno straniero, ma non per gli italiani, uniti. Nel dividersi.
Questo articolo è molto azzeccato col senso del sito, secondo me. L’Italia vive un paradosso schizofrenico e i cervelli “sani” che ci nascono ovviamente si sentono dei disadattati perché non riescono a condividere la follia imperante e non resta che la fuga… Oppure si resta e ci si crea un piccolo universo alternativo e chiuso… meno contatti possibili col resto del mondo 🙂 Authorised people only. Io ho abbracciato la seconda opzione.
I sentimenti degli italiani sull’unità d’Italia sono un bel dilemma. L’Italia è il paese dei capanili e del ‘particulare’ il quale contrasta fortemente con il senso di appartenenza ad una entità nazionale ma nel contempo quando gli italiani vengono calati al di fuori della loro realtà territoriale (i cosidetti emigranti) diventano più italiani degli italiani stessi. Forse è una reazione al vivere in una società che mostra chiaramente un forte senso civico, un senso di appartenza alla propria terra ed alle proprie istituzioni con la conseguenza di accorgersi incosciamente della mancanza di tutto questo nella propria terra natale dove al massimo val bene Francia o Spagna purchè si magna.
Ma in padania festeggeranno l’unità d’italia :mhh